L’enorme cumulo di rifiuti speciali era stato segnalato già nel febbraio 2012 dalla Polizia Municipale, ma allora nulla si era mosso. La segnalazione era poi arrivata alla redazione di Gravinalife lo scorso 9 marzo. Interpellata, l’assessore all’ambiente Maddalena Grillo aveva risposto che “quei pneumatici sono lì da diverso tempo, in un’area sequestrata dalla Guardia di Finanza, nei pressi del capannone della Tradeco a cui spetta il compito di rimuoverli e procedere allo smaltimento”. L’assessore, in quella occasione, aveva anche giustificato il mancato intervento dell’amministrazione comunale spiegando che “l’area è sotto sequestro sebbene a Palazzo di città non sia stato notificato nessun atto. Per evitare problemi, infatti, nelle settimane scorse abbiamo provveduto a recintare l’area, ma evidentemente qualcuno ha rimosso la recinzione, lasciando libero il passaggio a chiunque”. Ed aveva concluso: “Purtroppo non possiamo fare nulla. Su un’area sequestrata non si può intervenire prima della chiusura delle indagini e comunque senza il permesso della Guardia di Finanza”.
Poi, però, dopo il clamore suscitato dagli echi di cronaca, da Palazzo di città il successivo 21 marzo è partita la richiesta di dissequestro della zona “onde ripristinare le condizioni igienico – sanitarie adeguate”. Condizioni che saranno ripristinate molto presto ad opera di un’altra impresa che si è offerta volontaria, mentre alla Tradeco spetta solo l’obbligo di rimuovere “tipologie di rifiuti previste nel capitolato speciale di appalto del servizio di igiene urbana”.